La glucosammina è uno dei componenti tipici degli integratori per patologie articolari nel cane, uno dei più conosciuti, studiati e utilizzati: esiste infatti, ad oggi, una nutrita bibliografia di efficacia, ed è molto comune che nei casi meno gravi di degenerazione articolare (quando non si richiede l’utilizzo di farmaci antinfiammatori o antidolorifici) il Medico Veterinario consigli proprio questo tipo di integrazione.
Ma come funziona la glucosammina? E’ utile in ogni condizione di patologia articolare? Può prevenire le patologie degenerative come la displasia? E perché si trova quasi sempre fornita insieme al Controidin Solfato?
Di seguito cerchiamo di capire meglio il suo funzionamento e il suo utilizzo nelle patologie osteoarticolari nel cane.
La glucosammina
Per prima cosa, cerchiamo di capire di che cosa si tratta. La glucosammina è un amminomonosaccaride, cioè una molecola simile ad un monosaccaride (ad uno zucchero) che comprende però anche una componente amminica, quindi dell’azoto.
Per quanto sia simile ad uno zucchero, la presenza dell’azoto le fa ottenere un metabolismo e una funzione completamente diversa: l’organismo non la utilizza, infatti, a fini energetici, ma nel metabolismo articolare, come vedremo tra poco.
Da dove viene la glucosammina?
Trattandosi di una molecola molto semplice è ampiamente presente in natura; si trova soprattutto nella struttura della parete dei funghi, nell’esoscheletro degli insetti e nel carapace dei crostacei; è infatti l’unità di base che forma la chitina, la struttura dura di cui tutti abbiamo esperienza come “guscio” dei gamberi.
E poiché proprio i crostacei ne contengono tantissima, rappresentano la fonte di estrazione industriale principale.
Tuttavia, non sarebbe possibile fornire al cane direttamente i gusci dei crostacei avanzati dalla nostra tavola, per un motivo molto semplice: non li digerirebbe. La chitina è una struttura molto dura e il cane non ha gli enzimi in grado di denaturarla; fornendo quindi carapaci di gambero, finirebbero tal quali nelle feci senza che la glucosammina venga assorbita.
Per questo motivo sono necessari processi di trattamento industriale dei carapaci, in grado di separare le singole unità di glucosammina e di renderle quindi disponibili per l’assorbimento da parte dell’organismo del cane.
Così separate, le unità sono semplici da assorbire e, con il circolo ematico, arrivano nei punti in cui avranno la loro attività: nello specifico, la glucosammina stimola la crescita dei condrociti, le cellule che producono (e costituiscono) la cartilagine.

La produzione di glucosammina a partire dalla chitina.
Come funziona l’artrosi??
Le articolazioni del cane sono costituite non da ossa, ma da strutture cartilaginee; due ossa contigue scorrono una sull’altra (pensiamo all’omero e al radio nell’articolazione del gomito) e in questo modo avviene la contrazione articolare.
In condizioni normali, le due parti dell’articolazione sono complementari una all’altra e quindi scorrono bene una sull’altra.
Tuttavia, in presenza di degenerazione articolare (che in termini medici si chiama artrosi) le due parti dell’articolazione non sono più completamentari una all’altra: una (o tutte e due) delle due parti ha un’abrasione, oppure le due ossa si allontanano leggermente tra loro, o non premono una sull’altra come dovrebbero. Il risultato è che la cartilagine si assottiglia sempre di più, e questo causa infiammazione (l’infiammazione articolare si chiama artrite) e anche dolore al cane.

In presenza di displasia, le due ossa delle articolazioni (in questo caso testa del femore e foro acetabolare del bacino) non combaciano più una con l’altra.
Quando diventa d’aiuto la glucosammina?
Qui diventa d’aiuto la glucosammina: se le due ossa che compongono l’articolazione non sono più contigue l’una all’altra, stimolare la rigenerazione della cartilagine fa avvicinare nuovamente le ossa tra loro migliorando il funzionamento dell’articolazione e, allo stesso tempo, riducendo il dolore.
La capacità di rigenerazione della cartilagine è scarsa, e l’efficacia della glucosammina dipende dallo stato di compromissione dell’articolazione; nella maggior parte dei casi non si arriva a una guarigione completa, ma ad un miglioramento dei sintomi, e una riduzione soprattutto del dolore che il cane prova.
La glucosammina è utile quindi sia nelle displasie, cioè nelle degenerazioni di origine genetica, quelle che si sono presentate già alla nascita (displasia d’anca o displasia di gomito del cane ne sono degli esempi) e in quelle acquisite, le artrosi dovute generalmente all’età avanzata.
L’integrazione di glucosamina può essere, in generale, utile per:
- I cani anziani che mostrano segni di artrite o rigidità articolare possono trarre beneficio dalla glucosamina, migliorando così la loro mobilità articolare.
- Cani con lesioni articolari pregresse, che possono compromettere la fragilità futura dell’articolazione.
- I cani di razza grande soggetti a problemi articolari che possono trarre beneficio da un integratore per le articolazioni.
- I cani che presentano segni precoci di displasia, per motivi genetici.
Naturalmente, è fondamentale consultare un veterinario prima di iniziare l’integrazione; per quanto la glucosammina sia un’integrazione sicura e priva di effetti avversi, è comunque necessario capire se sia effettivamente utile, rispetto ad altre integrazioni, nella condizione del proprio cane.
La glucosammina è utile come prevenzione delle patologie articolari?
Sebbene la glucosammina sia un componente molto utile nelle patologie articolari, non ha mostrato alla letteratura attualmente esistente un effetto preventivo.
La sua azione è infatti uno stimolante della rigenerazione delle cartilagini, ma la stimolazione della rigenerazione ha un utilità solamente nel momento in cui c’è stata una precedente degenerazione; in altre parole, il problema deve esserci già perché la glucosammina trovi un effetto terapeutico, ma fornire glucosammina ad un cane sano, anche se cucciolo, non ridurrà la probabilità che possa avere problemi, come le displasie d’anca, in futuro.
Risulta invece particolarmente utile nelle fasi precoci della patologia (ad esempio, quando ai cuccioli vengono fatte le radiografie a sei mesi di età e si individuano i primi segni di una displasia d’anca che probabilmente, per ragioni genetiche, arriverà in futuro) per evitare i peggioramenti.
Perché la glucosammina si trova spesso insieme al condroitin solfato?
L’associazione più comune della glucosammina è quella con il condroitin solfato, o solfato di controitina. Si tratta di una molecola che fa parte dei glucosamminoglicani, anch’essa piccola ma diversa dalla glucosammina.
Il suo effetto è complementare a quello della glucosammina: il controitin solfato, infatti, ha un’attività stimolante sulla sintesi dell’acido ialuronico nell’articolazione, oltre a ridurre l’attività proteolitica. Nell’articolazione, di norma, la cartilagine viene continuamente distrutta e prodotta di nuovo: non è un tessuto statico, ma dinamico.
Il condroitin solfato è in grado di ridurre il catabolismo della cartilagine, cioè la sua distruzione; se la distruzione della cartilagine “vecchia” viene limitata dal condroitin solfato e la produzione della cartilagine “nuova” viene stimolata dalla glucosammina, l’articolazione ne guadagnerà in termini di crescita assoluta della cartilagine.
L’effetto delle due molecole è complementare, si potenzia a vicenda ed è per questo che i due prodotti sono praticamente sempre associati tra loro.
Esistono altre integrazioni che può essere utile associare alla glucosammina?
Nel supporto delle patologie articolari, poi, può essere utile associare anche altre integrazioni, che sono in particolare quelle ad effetto antinfiammatorio; nessuna delle due molecole finora prese in considerazione ha attività antinfiammatoria, ma abbiamo visto come l’infiammazione sia una componente sempre presente in condizioni di degenerazione articolare.
Per questo motivo associare integrazioni antinfiammatorie è utile: quella probabilmente più frequente sono gli Omega-3, in particolare l’Acido Eicosapentaenoico (EPA), in grado di ridurre l’infiammazione articolare; altre integrazioni alternative, di derivazione vegetale, sono gli estratti di Boswelia serrata oppure di Arpagophytum procumbens, entrambi con attività antinfiammatoria ma con meccanismo d’azione diverso da quello degli Omega-3; è quindi opportuno quindi valutare caso per caso, in accordo con il proprio Medico Veterinario, quali sono le migliori integrazioni da associare alla glucosammina e al condroitin solfato in corso di patologie articolari.
Fonti:
- Dieta Barf per Cani: cos’è, come funziona, pro e contro - Novembre 30, 2024
- Olio di Fegato di Merluzzo per Cani: Proprietà, Benefici e Controindicazioni - Novembre 25, 2024
- Perdita di pelo del cane: le cause, i sintomi e i rimedi? - Novembre 19, 2024