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Dieta Barf per Cani: cos’è, come funziona, pro e contro

Dott. Valerio Guiggi

Quando si parla di alimentazione per cani e gatti, e quando un proprietario si interessa a questo argomento cercando di migliorare la dieta del proprio animale domestico, è comune tra le alternative possibili agli alimenti commerciali più diffusi, cioè i croccantini, trovare in internet, nei negozi fisici o anche parlando con i Medici Veterinari, informazioni sulla “dieta BARF” per cani e gatti.

Specialmente su Internet si trovano molte informazioni di natura diversa, alcune molto favorevoli mentre altre molto critiche verso questa tipologia di dieta. Come sempre, non esiste una verità assoluta e come non esiste una dieta migliore sempre e comunque per un cane o un gatto (ma anche per una persona), questo tipo di alimentazione deve essere “smontata” e analizzata nelle sue componenti di base per capire se sia effettivamente adatta al singolo cane o al singolo gatto.

In questo articolo cercheremo di capire le caratteristiche di base di questa dieta, come funziona, quali sono i benefici attesi e anche i rischi, per fornire una serie di informazioni più corrette ed equilibrate possibile in merito a questa tipologia di alimentazione.

Cos’è la Dieta BARF?

Nonostante molte persone, compresi i Medici Veterinari, ne parlino spesso come una struttura dietetica che ha delle connotazioni precise, in realtà non è affatto così.

BARF è un acronimo ideato da un Medico Veterinario negli anni ’80, il dottor Billinghurst, in un piccolo libro che aveva pubblicato e che ha ottenuto successo in quanto uno dei primi a parlare di alimentazione del cane in modo alternativo a quanto, in quegli anni, avveniva principalmente nel panorama internazionale, invaso dalla commercializzazione degli alimenti industriali per cani e gatto.

L’acronimo viene utilizzato come abbreviazione di Biologically Appropriate Raw Food, o in alcuni casi Bones And Raw Food. Due acronimi che non definiscono un tipo specifico di dieta salvo per un passaggio: in entrambi si parla di “cibo crudo”, cioè semplicemente cibo non cucinato. Una delle caratteristiche base di questa dieta è, quindi, che gli alimenti forniti al cane o al gatto, sono crudi.

Al di là di questa indicazione fissa, però, non ci sono indicazioni specifiche su come costruire la dieta. Per questo motivo, in letteratura scientifica non si parla di “Diete BARF” ma gli autori preferiscono parlare di “RMDB”, cioè Raw Meat Based Diet, ossia diete basate su carne cruda. Questo acronimo, presente in diversi lavori (1), definisce più correttamente che si tratta di diete basate su carne cruda ma lasciando per il resto molta libertà all’interpretazione su come formulare la dieta.

Il bilanciamento della dieta BARF

Una dieta a crudo, come del resto tutte le diete per cani e gatti, devono essere correttamente bilanciate, cioè in grado di fornire al cane o al gatto tutti i nutrienti specifici di cui quell’animale ha bisogno. Questo vale per tutte le diete, anche per quelle commerciali.

Il bilanciamento delle diete commerciali cotte viene generalmente affidato agli additivi, soprattutto alle vitamine che, nel processo di cottura, tendono ad essere distrutte e devono quindi essere aggiunte per creare un alimento completo.

Nelle diete casalinghe a crudo, dove la cottura non denatura i nutrienti (perché non c’è), è possibile ottenere invece un bilanciamento nutrizionale anche senza utilizzare integrazioni esterne: questa è, generalmente, una delle caratteristiche che un proprietario interessato a una “Dieta BARF” si aspetta; deve essere una dieta priva di integratori.

La sola carne, però, non è in grado di soddisfare tutte le esigenze nutrizionali di un cane o un gatto perché per sua composizione non contiene quantità adeguate di diversi nutrienti: la vitamina B12, la vitamina A, il rame, lo zinco, il calcio sono esempi di nutrienti che la carne (intesa come taglio muscolare) non contiene in quantità sufficiente a soddisfare i fabbisogni di un cane o di un gatto.

Per questo motivo generalmente gli ingredienti di bilanciamento utilizzato sono le frattaglie (cuore, fegato, trippa) che in combinazione corretta permettono di bilanciare correttamente la dieta, e le ossa (ossa piccole circondate da carne per evitare le perforazioni faringee od esofagee) che hanno un quantitativo sufficiente di calcio per soddisfare le necessità di un cane o di un gatto.

Tuttavia, da nessuna parte è scritto che il bilanciamento debba essere fatto così: gli ingredienti utilizzabili ai fini di bilanciamento sono tanti (uova, latticini, alimenti di origine vegetale) e una dieta può essere gestita in molti modi diversi: la cosa importante è che il risultato finale abbia un corretto bilanciamento.

E’ opportuno diffidare da chi dice che “una dieta BARF si fa così”: chi lo dice non sarà in grado di riportare alcun riferimento in letteratura, e sta semplicemente cercando di imporre una propria visione della cosa che non è universale.

I benefici della Dieta BARF

Preso atto quindi che una dieta a crudo deve essere correttamente bilanciata, meglio se da parte di un Medico Veterinario che può calcolare i fabbisogni del cane e soddisfarli con i diversi ingredienti, quali sono i benefici attesi?

Anche in questo caso, spesso in internet si citano benefici che non sono necessariamente presenti, ed è quindi opportuno valutare le diverse caratteristiche degli ingredienti di base della dieta, ad iniziare dalla carne cruda. Il sottoscritto (2) ne riporta diversi, corredati della relativa letteratura di riferimento. In particolare:

  • La carne cruda è particolarmente digeribile, e la digeribilità media della carne si assesta su un 90-95% di digeribilità rispetto all’80-85% di digeribilità media di un croccantino standard;
  • Nella carne cruda sono presenti nutrienti non essenziali ma utili all’alimentazione del cane e del gatto: acidi grassi polinsaturi, carnitina, creatina, acido alfa-lipoico, Omega-3 (prevalentemente nel pesce) sono solo alcuni esempi di nutrienti benefici per la salute del cane e del gatto; i benefici cambiano in base al singolo nutriente.
  • Contenendo molti ingredienti intercambiabili tra loro, è una dieta particolarmente variabile.

Esistono anche benefici “conseguenti” che però sono anche i più evidenti: il miglioramento dello stato del pelo dovuto alla presenza degli acidi grassi polinsaturi nella carne cruda o la riduzione della quantità di feci legata alla maggior digeribilità sono evidenze che, però, derivano dai singoli nutrienti contenuti nella carne cruda.

I rischi della Dieta BARF

I rischi della dieta, oltre a quelli già discussi di uno sbilanciamento nutrizionale dovuto a una cattiva formulazione (un rischio comunque evitabile se ci si affida ad un veterinario che si occupa di nutrizione), rimangono fondamentalmente di due tipi (3):

  • I rischi fisici: sono legati alla presenza prevalentemente delle ossa. Quando si utilizzano le ossa come integrazione di calcio, ossa lunghe ed appuntite possono lesionare in particolare la faringe e l’esofago (difficilmente stomaco e intestino perché nello stomaco il calcio viene rimosso dalla matrice ossea). E’ opportuno conoscere le ossa che si utilizzano, non esagerare con le dimensioni e, in caso di dubbio, preferire un bilanciamento del calcio con prodotti diversi (guscio d’uovo – farina d’ossa, ossia ossa polverizzate). Un rischio ulteriore è quello dovuto all’eccesso di ossa, che si può evitare se non si esagera nel fornire le ossa nella dieta del cane o del gatto.
  • I rischi biologici: sono connessi per lo più alla carne cruda, e comprendono parassiti, batteri e virus. I parassiti possono essere controllati tramite un adeguato tempo di congelamento (4) prima di fornire la carne cruda, mentre l’unico virus significativo nella carne cruda è rappresentato dal Virus di Aujeszky nella carne suina, che si evita semplicemente non fornendo la carne suina cruda al cane e al gatto. I rischi batterici sono quindi i rischi meno evitabili, ma in questo senso sono molto limitati: stando ai report sui controlli ufficiali negli alimenti per persone (5) mostra una prevalenza dei patogeni più frequenti, Salmonella ed E. coli, assestati su una prevalenza molto limitata prodotti carnei. Questo vuol dire che è possibile trovare questi ed altri patogeni minori in misura molto limitata; è il motivo per cui, tra l’altro, la carne cruda viene comunemente consumata anche dalle persone (es. tartare, bistecca fiorentina, sushi). I rischi possono essere minimizzati utilizzando una carne proveniente da filiera controllata, e seguendo le regole igieniche di base nella sua gestione.

La conoscenza dei rischi permette di gestirli correttamente, e i rischi diventano così controllabili e rari; questo rende possibile utilizzare, nell’alimentazione del cane e del gatto, la carne cruda in relativa sicurezza.

  1. Uno dei primi è stato Kölle P, Schmidt M. [Raw-meat-based diets (RMBD) as a feeding principle for dogs]. Tierarztliche Praxis. Ausgabe K, Kleintiere/heimtiere. 2015 ;43(6):409-19; quiz 420. DOI: 10.15654/tpk-150782. PMID: 26593644.
  2. Guiggi V., Carne per Cani e Gatti, Youcanprint, 2022, Cap. 1)
  3. Seguendo la classificazione dei rischi sanitari alimentari come da Reg. CE 178/2002.
  4. https://valerioguiggi.it/tempi-congelamento/ , link consultato in data 27/11/2024.
  5. Attualmente l’ultimo report completo del Ministero della Salute italiano è disponibile per l’anno 2022: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3466_allegato.pdf
Dott. Valerio Guiggi
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